
Il cristianesimo è una delle più grandi religioni della Terra. Un essere umano su tre è cristiano. Le sue chiese sono diffuse su tutti i continenti. Ce ne sono persino in Antartico. Quattro vangeli raccontano la storia di Gesù, figlio di Dio che si è fatto uomo: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Per i cristia-ni sono testi che descrivono in maniera accurata la vita di. Cristo. Ma potrebbe esserci dell’altro.
Forse non tutti i testi che parlano di Gesù sono stati analizzati. Forse qualcuno è stato trascurato o è andato perduto. In effetti, alcuni di questi vangeli sarebbero stati ritrovati. I loro autori, rimasti sconosciuti, li hanno scritti nei tre secoli successi-vi alla morte per crocifissione di Gesù. Ognuno di questi testi sostiene una sua visione personale della cristianità. Sono van-geli “condannati” dalla Chiesa come eretici.
I codici di Nag Hammadi
Nel sud dell’Egitto un monaco chiude alcuni documenti in cartelle di cuoio, le sigilla in una giara e le seppellisce in mezzo alla sabbia del deserto. Sa che prima o poi torneranno alla luce. Cosa che accade dopo 1.600 anni. È il 1945: un contadino, scavando il suo terreno, fa una scoperta importantissima. Trova un vaso di terracotta con, al suo interno, alcuni testi che raccontano la vita di Cristo. Sono scritti in lingua copia. Forse sono copie di traduzioni dal greco antico. L’esame al radiocarbonio fa risalire i documenti al periodo tra il III e IV secolo dopo Cristo. La loro autenticità non è in discussione. Ma le storie riportate su questi testi danno luogo a incredibili controversie. Sono i codici di Nag Hammadi, una delle scoperte archeologiche più importanti della storia. Al Cairo, studiosi di religione e archeologi cercano in ogni modo di decifrarli. È un processo lungo. Uniscono tra loro storie che vengono da altri testi antichi e presentano particolari non riportati dal cristianesimo ortodosso. Ci sono episodi della vita di Cristo che non hanno precedenti, racconti che dipingono un’adolescenza e una gioventù selvaggia. Questi vangeli presentano, insomma, una nuova visione di Gesù uomo, una visione sconvolgente che, in alcuni passaggi, letteralmente sfida e mette in discussione i cardini fondamentali della Chiesa cattolica.
Nato in una grotta
Uno dei manoscritti trovati nel 1945 e Il vangelo dell’infanzia di Giacomo. Questo testo, che la Chiesa cattolica considera aprocrifo ed esclude dal canone delle Sacre Scritture, raccoglie una serie di storie tramandate nei secoli. Riscrive la vicenda della nascita di Gesù, accentuando la sua povertà, la castità di Maria e il miracolo dell’avvento. Gesù non sarebbe nato in una stalla, ma in una grotta. Suo padre, Giuseppe, sarebbe stato un uomo vecchio e ormai debole e ciò avrebbe garantito la verginità di Maria non solo prima, ma anche dopo la nascita di Cristo. “Questo racconto alternativo, dove Giuseppe è un uomo anziano, già sposato e con altri figli, riconosce la purezza di Maria”, osserva Mai vin Mever, esperto di studi biblici. “Secondo il racconto, Maria ha le doglie prima dell’ai rivo a Betlemme e partorisce in una grotta. Giuseppe non vuole far nascere il bambino così e scappa alla ricerca di una levatrice. Mentre si allontana, improvvisamente, assiste al miracolo’; racconta Bart Ehrman, esperto di studi religiosi. Nel vangelo dell’infanzia, Giuseppe dice: “Vidi le nuvole immobili e gli uccelli in cielo fermi a mezz’aria fermi nel loro volo. Guardai in basso verso la terra e vidi una tavola apparecchiata e della gente che lavorava seduta tutt’intorno, con le mani sul tavolo. Ma non si muovevano per mangiare. I loro visi erano tutti rivolti verso l’alto immobili’: Alla fine Giuseppe trova una levatrice e la porta con sé alla grotta, ma è troppo tardi: “Il bambino è già nato e lo vedono dirigersi verso sua madre’, spiega Ehrman. Il vangelo dell’infanzia racconta che il piccolo Gesù, appena nato, raggiunge la madre e inizia a poppare. Molti studiosi sono scettici verso questo episodio. Per altri, riempie i vuoti del primo giorno di vita di Gesù. Il messaggio di questo manoscritto perduto e ritrova-to sembra essere chiaro: non è facile comprendere i poteri di Cristo, sin da bambino.
Sforzo di comprensione
I documenti egizi affascinano molti studiosi che li considerano l’anello mancante. Raccontano la vita di Gesù in una maniera più mistica. Per altri, invece, questi racconti possono dare informazioni sui loro autori, ma non sulla vita di Cristo. Sollevano, comunque, molti interrogativi agli studiosi della Bibbia: perché sono stati scritti? E da chi?
Oggi molti esperti sono convinti che questi testi siano il frutto del caos che regnava nei primi anni del cristianesimo. Nel II e nel III secolo, ogni cristiano doveva farsi una sua idea su Gesù di Nazaret. Questi vangeli alternativi, reali o fittizi che siano, probabilmente rappresentano il tentativo della gente di comprendere Cristo, l’uomo, il profeta e il figlio di Dio. Le indagini sui vangeli perduti e sui loro autori confermano la confusione politica seguita alla morte di Gesù. Nell’antichità, in Medio Oriente, esistevamo numerose correnti religiose e filosofiche: il giudaismo, lo stoicismo, alcune dottrine egiziane e così via. Tra i tanti movimenti, c’era anche una setta rivoluzionaria: gli gnostici. Molti si consideravano cristiani. Per loro Gesù era il salvatore divino, arrivato da oltre i confini dell’universo materiale. Il suo corpo era solo una forma terrena, che ospitava lo spirito divino. Molti gnostici erano affascinati dalla figura di Cristo, dai suoi insegnamenti di amore, carità e tolleranza. Lo consideravano un maestro della conoscenza segreta, ma non accettavano la tesi tradizionale che lo voleva morto per i peccati dell’umanità. Come altre sette cristiane, anche gli gnostici hanno approfondito la loro visione di Gesù e hanno scritto i loro vangeli. Tutti questi documenti perduti, rivelano sorprese. Uno di loro, il Vangelo dell’infanzia di Tommaso, raccoglie una serie di episodi che presentano un Cristo bambino immaturo, dotato di poteri soprannaturali.
“Il vangelo si apre con un racconto di Gesù che gioca sulla riva di un ruscello, in mezzo al fango – racconta Timothy Friedrichsan, docente di teologia – mostra se stesso come t n i creatore ed è simile al Dio degli ateniesi che gioca nel fango per creare il primo uomo’: Sulla sponda del fiume, Gesù non plasma Adamo, ma qualcosa di completamente diverso. ” Inizia a modellare alcuni passeri. “In quel momento un ebreo gli passa accanto, vede quello che sta facendo e rimane turbato perché è Shabbath. Gesù ha infranto lo Shabbath: sta lavorando nel giorno del riposo per gli ebrei, il sabato. Questa è chiaramente una premonizione divina di ciò che accadrà qualche anno dopo, quando entrerà in polemica a proposito dell’osservanza dello Shabbath. L’ebreo corre a raccontare tutto al padre di Gesù e qui entra in scena Giuseppe. Raggiunge subito il figlio e vede i passeri di fango. Si arrabbia e gli dice: ‘Gesù, che hai fatto? Hai trasgredito lo Shabbath?Gesù risponde battendo le mani e gli uccelli di argilla prendono il volo e scappano via’: È il primo miracolo descritto dal vangelo dell’infanzia e vuole rappresentare le abilità mistiche e divine del piccolo Gesù. Per alcuni studiosi questi racconti riflettono il tentativo di descrivere l’infinito potere di un essere divino con le sembianze di un ragazzo. E’ importante sottolineare che questi testi sono stati scritti solo poche generazioni dopo la morte di Gesù, quando il ricordo era ancora vivo e il bisogno di conoscere la sua vita era molto sentito, specialmente dagli stessi contemporanei.
I vangeli perduti raccontano altri episodi della vita di Gesù giovane. Parlano di un ragazzo che, con l’avanzare dell’età, inizia a capire che i suoi poteri devono essere usati per una buona causa. Un altro miracolo di questa fase dell’esistenza umana di Cristo è nel racconto su una giovane madre che piange addolorata la perdita del figlio. Gesù sente il lamento della donna, si avvicina al bambino morto, gli tocca lo stomaco e dice: lo ti dico, bambino, non morire, ma vivi e resta con tua madre: Il bambino torna in vita. E Gesù dice alla madre: ‘prendi il bambino, dagli il tuo seno e ricordati di me: Per gli studiosi, attraverso questi episodi che documentano la trasformazione di Gesù a dispensatore di vita, gli autori hanno voluto comunicare la redenzione e la maturità del Messia. Sta acquisendo coscienza di se stesso, delle sue capacità e della direzione che deve prendere la sua vita. Molti sostengono che questi racconti rappresentano una libera interpretazione della Bibbia. Sono elaborazioni del II secolo per formulare una nuova e convincente dottrina. Ma non sono assolutamente descrizioni accurate della vita del giovane Gesù.
Anni oscuri c’è anche un vangelo apocrifo che non si ferma all’infanzia, ma prova a riempire gli spazi vuoti dell’esistenza di Gesù, quelli che vanno dai 12 ai 30 anni. E un racconto insolitamente moderno che narra una storia affascinante. Un viaggio fuori dalla Galilea, che porta Cristo verso l’Himalaya. Secondo questo testo, del II e del III secolo, il Messia ha trascorso gli anni oscuri della sua vita lontano dalla Giudea. la scoperta di questo testo è datata 1887.
Nel nord dell’India, in un remoto villaggio, lo scrittore russo Nicolas Notovic cade da cavallo e si frattura un piede. Alcuni monaci buddisti lo portano nel loro monastero e si prendono cura di lui. Gli confessano di possedere testi antichi che descrivono la vita di un santo di nome Issa, passato da quelle parti molti secoli prima. La guida di Notovic traduce i testi in russo. Lo scrittore intuisce, così, che Issa non è uno dei soliti predicatori erranti, ma è Gesù Secondo i testi scoperti da Notovic, Issa ha trascorso sei anni in India dove ha vissuto e insegnato insieme ai bramini, i sommi sacerdoti della religione indù. Notovic al ritorno in Russia porta con sé le traduzioni di quei racconti che, a suo avviso, fanno luce sul più grande mistero di tutti i tempi: dicono dove Cristo abbia trascorso gli anni mancanti e cosa abbia fatto in quel periodo. Notovic pubblica i documenti nel 1894. Il libro si intitola La vita sconosciuta di Gesù Cristo. Ma la maggioranza degli studiosi resta scettica. “Per quanto l’idea sia affascinante e meriti un approfondimento – precisa Mever – non esiste una prova storica che Gesù si sia mai recato dai maestri buddisti o induisti per imparare la loro religione’: Per la maggioranza degli storici Cristo non si è mai allontanato dalla Galilea e dalla sua casa a Nazaret. Eppure, nella sua storia rimane uno spazio vuoto.
I quattro vangeli del Nuovo Testamento, si concentrano sulla vita di Gesù a partire dai suoi trent’anni. La prima fase della sua vita rimane una pagina bianca, non si sa dove e come abbia vissuto in quegli anni. Forse era uno studioso partito alla ricerca della saggezza, oppure un semplice apprendista falegname che lavorava con il padre, a casa sua. Le testimonianze storiche sono incomplete, ma per lo più gli studiosi pensano che Gesù non si sia mai avventurato lontano da casa. In questo periodo di esplorazione religiosa, è in continuo movimento e predica la buona novella a tutti coloro che si avvicinano per ascoltarlo.
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